La vita in Canada:

dalla fine dell'Ottocento alla seconda guerra mondiale

Fin dal Cinquecento, le genti della penisola italiana si sono spostate in cerca di lavoro. Le migrazioni di massa degli italiani sono però iniziate dopo l'Unità d'Italia, nel 1861. In quel periodo, il Canada non fu la prima scelta per molti italiani.

Tra il 1876 e il 1942, circa 18,5 milioni d'italiani emigrarono verso altri paesi in Europa, Nord Africa, Australia, e le due Americhe. Gli Stati Uniti divennero una delle principali mete in virtù del loro livello di industrializzazione e conseguente richiesta di manodopera. Tra il 1890 e il 1920, 14,5 milioni d'italiani emigrarono negli Stati Uniti. Solamente 126.000 vennero in Canada, dove serviva manodopera a basso costo per le miniere, le fabbriche e i cantieri edili. Gli emigranti italiani portarono con sé pratiche culturali e politiche originarie dell'Italia.

La vita degli emigranti era difficile. Agli italiani venivano affidati ancuni tra i lavori più duri e pericolosi. Non avevano garanzie ed erano discriminati sul posto di lavoro e fuori. Pagati poco, per mettere da parte qualcosa spesso conduccevano vite frugali.

 

Prime attività

Nonostante le difficoltà cui si trovavano davanti come immigrati in Canada, alcuni italiani si misero in affari fornendo servizi alle proprie comunità e anche oltre. Ambulatori medici, botteghe di calzolaio e negozi di alimentari si miltiplicarono nei quartieri italiani. Spesso si trattava di imprese familiari dove mariti, moglie  figli lavoravano insieme.

L'Imprenditore

Il lavoro a contratto era un'altra attività economica diffusa. James Franceschini, di Toronto, divenne milionario partendo dal nulla. Costituì la Dufferin Construction e ricevette numerosi contratti lucrosi, da diversi governi provinciali, per costruzioni stradali e altri progetti.