Gli italocanadesi di oggi

Oggigiorno gli italocanadesi sono una comunità di successo. Tra loro vi sono uomini d'affari, professionisti, artisti e innovatori in ogni campo.

Tuttavia, subito dopo la guerra, la comunità italocanadese si frammentò. Alcuni temevano di cadere nuovamente in disgrazia col governo canadese. Coloro che erano stati colpiti dalla Legge sulle Misure di Guerra tentarono di tornare a una vita normale il più rapidamente possibile. Altri anglicizzarono i propri nomi per sfuggire al marchio associato con l'essere italiani.

Una volta rilasciati, molti degli internati e delle loro famiglie non ebbero altra scelta che ricominciare da capo. Gli italocanadesi dovettero anche ricostruire le organizzazioni comunitarie.

Molti cambiamenti derivarono dal massiccio arrivo di nuovi immigrati dall'Italia. Negli anni del dopoguerra, tra il 1950 e il 1970, il Canada vide il più alto numero di arrivi di italiani. Questi nuovi italocanadesi, circa mezzo milione, erano più numerosi dei vecchi immigrati. Di conseguenza, iniziarono a ridefinire cosa volesse dire essere italocanadesi.

Sebbene alcuni italocanadesi restassero guardinghi nei confronti dei “nuovi” italiani, per lo più la comunità preesistente accolse senza difficoltà i nuovi arrivi. Lavorando assieme, la comunità trasse beneficio dal boom canadese postbellico e dalll'approvazione della Legge sul Multiculturalismo. Gli italocanadesi divennero noti per i forti valori familiari e una solida etica del lavoro, che fu importante nella costruzione delle infrastrutture delle città e nell'edilizia in generale. Anche se gli italocanadesi subiscono ancora gli effetti degli stereotipi negativi del passato, essi hanno prosperato e sono oggi saldamente stabiliti in Canada.

 

Realtà del dopoguerra

•  I beni degli internati erano stati amministrati dal Custode delle Proprietà Nemiche. In alcuni casi, i beni di un internato vennero venduti a una frazione del loro valore. Anche se alcuni internati poterono riavere il vecchio posto di lavoro, molti altri dovettero cercarsene uno nuovo.

•  Le Case d’Italia erano state sequestrate dal governo canadese nel giugno del 1940. Nel 1947, la comunità italocanadese di Montreal chiese e ottenne la restituzione della Casa d’Italia su Jean Talon St. A Toronto, nel 1962, dopo una lunga lotta, la Casa d’Italia su Beverley St. venne restituita alla comunità. Le logge dell'Ordine dei Figli d'Italia tornarono a riunirsi, ma molti vecchi iscritti restarono timorosi di rientrare nell'organizzazione, temendo che l'appartenenza a tale gruppo potesse nuovamente deporre a loro sfavore.

•  Dopo le devastazioni subite dal loro paese nella seconda guerra mondiale, molti italiani emigrarono per sfuggire alla miseria. Gli immigranti del dopoguerra si concentrarono nelle Little Italy esistenti, che fornirono loro un luogo fisico dove incontrare altri nuovi arrivati dall'Italia. Riuscirono a mantenere la propria cultura e le proprie tradizioni. Crearono anche un nuovo linguaggio: l'italiese, mistura d'italiano e inglese. Alla volta del 1980, la comunità italocanadese era divenuta una delle maggiori in Canada dopo quelle anglocanadese e francocanadese. La maggioranza di questi nuovi immigrati si stabilì nella zona della Grande Toronto, spostando così il baricentro da Montreal, che prima della guerra ospitava la maggiore comunità italiana in Canada.