Ricordi della seconda guerra mondiale

Gli italocanadesi come stranieri nemici

Il 10 giugno 1940, gli italocanadesi divennero il Nemico.

Il dittatore italiano Benito Mussolini entrò nel conflitto al fianco della Germania, dichiarando guerra a Francia e Gran Bretagna. Entro pochi minuti dall'annuncio, il governo canadese diede ordine alla Reale Polizia Canadese a Cavallo (Royal Canadian Mounted Police, RCMP)* di arrestare quegli italocanadesi considerati pericolosi per la sicurezza nazionale.

Ai sensi della Legge sulle Misure di Guerra,* 31.000 italocanadesi vennero ufficialmente designati come stranieri nemici. Di questi, più di 600 furono prelevati dalle proprie case e separati dalle famiglie. Considerati sostenitori dei fascisti, e persino spie, furono detenuti in prigioni e campi isolati.

Nessuno di costoro fu mai formalmente incriminato in tribunale.

Gli italocanadesi sentirono le ripercussioni. In molti casi, questi eventi contribuirono a paura e ostilità nei confronti delle comunità italocanadesi del Canada, il che portò a licenziamenti, vandalismi, insulti e violenze.

Il governo canadese ebbe ragione d'invocare la Legge sulle Misure di Guerra? Queste persone erano traditori, potenziali terroristi, o una minaccia per la democrazia canadese?

Questa esposizione solleva molti interrogativi. Esplora le tematiche dell'identità e dell'etnicità, le necessità della guerra e i problemi della democrazia e dei diritti di cittadinanza. Combina ricerca storica e testimonianze personali. Esamina le realtà di un paese in guerra e la storia ricordata del suo popolo.

Nella ricerca di risposte, questa esposizione inizia a raccontare una storia difficile.