Giornale L'Eco italo-canadese, 27 maggio 1939

Il giornale L'Eco italo-canadese venne fondato nel 1936 dai fratelli italocanadesi Bruno e Attilio Girardi, e si rivolgeva alla comunità italocanadese di Vancouver, BC. Nel giugno del 1938 il giornali passò ad Alberto Boccini, che si assunse il compito di pubblicare il giornale filofascista in lingua italiana. Boccini aveva funto da assistente a Girardi fin dal lancio del giornale nell'autunno del 1936. Il denaro necessario al lancio de L'Eco venne raccolto dal viceconsole d'Italia a Vancouver, Pietro Colbertaldo, dal clero italiano e da varie associazioni comunitarie. Il giornale veniva diffuso in tutto il Canada occidentale. Il settimanale pubblicava notizie sulle attività locali dei fascisti, come quelle organizzate dal Fascio Giulio Giordani, nonché articoli sulla supremazia dell'Italia e di propaganda fascista preparati dal Partito Nazionale Fascista a Roma. Il giornale serviva vari segmenti della comunità italocanadese di Vancouver: gli ex combattenti, la Chiesa Cattolica e l'Ordine dei Figli d'Italia. Non sorprende che le attività antifasciste a Vancouver e nell'interno della Columbia Britannica non ricevessero alcuna copertura sulle pagine de L'Eco. L'attenzione de L’Eco’s nei confronti delle notizie canadesi era minima, tranne durante le elezioni nelle quali tendeva a sostenere il Partito Liberale. L'ultimo numero de L'Eco uscì l'8 giugno 1940. Due giorni dopo Alberto Boccini venne arrestato e internato. Anche Bruno e Attilio Girardi furono internati.

A dispetto dell'orientamento filofascista del giornale, la prima pagina di questo numero presenta una sezione speciale in occasione della visita in Canada del re e della regina d'Inghilterra. Il testo in lingua inglese che accompagna le fotografie dei monarchi recita: «Alle Loro Maestà Re Giorgio VI e Regina Elisabetta, nella storica occasione della Loro prima visita in Canada, gli italiani della Provincia della Columbia Britannica estendono un leale benvenuto. In questo privilegio unico, la comunità italiana coltiva la speranza che le Loro Maestà riporteranno con sé nei Loro cuori, nella lontana terra oltre l'oceano, il calore dei sui devoti e sinceri sentimenti che echeggiano nel saluto: “LUNGA VITA AL RE E ALLA REGINA!”»